La decisione, assunta qualche anno più tardi, di affidare la guida della Fondazione Boris Christoff al Presidente dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia in carica sancisce lo stretto legame tra le due istituzioni e la condivisione della comune missione volta alla promozione dell’arte musicale.
Non solo. Quello con l’Accademia di Santa Cecilia è un legame antico, che risale al 3 febbraio 1946, quando un giovane e ancora sconosciuto Boris Christoff debuttava al Teatro Adriano nella stagione concertistica dell’istituzione romana, cantando l’Addio di Wotan sotto la direzione di Francesco Molinari Pradelli. Vi sarebbe tornato pochi mesi dopo, per la Matthäus-Passion con Otto Klemperer. Fu l’inizio di una brillante carriera che lo avrebbe visto calcare i palcoscenici dei più importanti teatri del mondo e di un sodalizio con l’Accademia che sarebbe durato per più di trent’anni, chiudendosi con un ultimo concerto da camera il 18 febbraio 1977.
Con l’attuale Presidente, Michele dall’Ongaro, la Fondazione mette in cantiere nuovi progetti didattici e artistici legati al canto e all’alta formazione musicale, per guardare al futuro con rinnovata energia e ottimismo dopo le difficoltà della pandemia.
In primo piano
Musica e Arte
Boris Christoff fu un raffinato collezionista di libri antichi, dipinti e argenti. Per ricordare questa fondamentale componente della personalità del grande artista, la Fondazione ha promosso un’importante operazione di restauro e di valorizzazione di due splendidi dipinti che fecero parte della grande collezione Christoff.